Hai un vecchio MacBook Air del 2015 che prende polvere? O forse macOS inizia a sembrarti un po’ stretto e vuoi trasformare quel gioiellino di alluminio in una battlestation portatile per il pentesting?
Sei nel posto giusto.
Il MacBook Air 2015 è, ancora oggi, una macchina fantastica per Linux: leggero, ottima tastiera e hardware abbastanza potente per la maggior parte dei task di sicurezza informatica. Tuttavia, installare Kali Linux su hardware Apple non è sempre una passeggiata, specialmente quando si parla di connettività.
In questo articolo, ti guiderò attraverso l’installazione e, soprattutto, ti mostrerò come domare il famigerato chip Wi-Fi Broadcom, disattivando i driver open-source (che spesso non funzionano) e attivando quelli proprietari.
Cosa ti serve prima di iniziare
- Un MacBook Air (2015): Ovviamente.
- Una chiavetta USB (minimo 8GB).
- Il file ISO di Kali Linux: Scarica la versione “Installer” dal sito ufficiale.
- BalenaEtcher: Per “flashare” l’ISO sulla chiavetta USB.
- IMPORTANTE: Una connessione alternativa. Poiché il Wi-Fi non funzionerà subito, hai bisogno di un adattatore USB-Ethernet oppure di un cavo USB per fare tethering con il tuo smartphone (Android o iPhone).
Fase 1: Preparazione e Avvio
Dopo aver creato la tua chiavetta USB avviabile con BalenaEtcher:
- Spegni il Mac.
- Inserisci la chiavetta.
- Accendi il Mac tenendo premuto il tasto Option (Alt) finché non vedi il menu di avvio.
- Seleziona la chiavetta USB (spesso chiamata “EFI Boot”).
Una volta nel menu di Kali, procedi con l’installazione “Graphical Install”. I passaggi sono standard, ma fai attenzione a partizionare correttamente il disco (se vuoi rimuovere macOS completamente o fare un dual-boot).
Fase 2: Il Momento della Verità (Il Wi-Fi non va!)
Hai completato l’installazione, il sistema si è riavviato e vedi il drago di Kali. Clicchi sull’icona della rete in alto a destra e… nulla. Nessuna rete Wi-Fi rilevata.
Perché succede? I MacBook Air di quell’anno montano spesso schede di rete Broadcom (come la BCM4360). Kali Linux, per filosofia, tenta di caricare i driver Open Source (spesso chiamati b43, bcma o ssb). Purtroppo, con questo specifico chipset, i driver open source sono instabili o non funzionano affatto.
Dobbiamo sporcarci le mani e passare ai driver Proprietari (broadcom-sta).
Fase 3: La Soluzione (Passo dopo Passo)
Qui è dove avviene la magia. Segui attentamente questi passaggi.
1. Ottieni una connessione temporanea
Collega il cavo Ethernet o il tuo telefono via USB e attiva il “Tethering USB” dalle impostazioni del cellulare. Verifica di essere connesso aprendo il terminale e pingando Google: ping google.com
2. Aggiorna i repository e installa gli header
Prima di tutto, dobbiamo preparare il terreno per compilare il modulo del driver. Apri il terminale e digita:
Bash
sudo apt update
sudo apt install linux-image-$(uname -r|sed 's,[^-]*-[^-]*-,,') linux-headers-$(uname -r|sed 's,[^-]*-[^-]*-,,') broadcom-sta-dkms
Questo comando installerà il pacchetto broadcom-sta-dkms, che contiene il driver proprietario corretto.
3. Lo switch: Via l’Open Source, dentro il Proprietario
Anche se abbiamo installato il driver giusto, il sistema potrebbe ancora tenere “occupata” la scheda di rete con i vecchi driver open source. Dobbiamo rimuoverli forzatamente e attivare quello nuovo.
Esegui questi comandi in ordine per disattivare i conflitti:
Bash
# Rimuoviamo i moduli open source che creano conflitto
sudo modprobe -r b43
sudo modprobe -r ssb
sudo modprobe -r bcma
sudo modprobe -r wl
Nota: Se ricevi un errore che dice “module not found”, non preoccuparti, significa che non erano caricati. È un buon segno.
Ora, attiviamo il driver proprietario:
Bash
sudo modprobe wl
4. Verifica finale
Se tutto è andato a buon fine, non serve nemmeno riavviare. Guarda l’icona della rete in alto a destra: dovresti vedere l’elenco delle reti Wi-Fi disponibili apparire quasi istantaneamente!
Per assicurarti che la modifica sia permanente al riavvio, solitamente l’installazione di dkms fa tutto da sola, ma per sicurezza puoi verificare che i driver open siano in “blacklist”.
Conclusione
Ora hai un MacBook Air 2015 perfettamente funzionante con Kali Linux. La combinazione tra l’hardware solido di Apple e la potenza del software di Offensive Security rende questo setup uno dei migliori per chi ha bisogno di mobilità.
Ricorda: nel mondo Linux, quando qualcosa non va, spesso è solo questione di trovare il driver giusto e dire al kernel chi comanda!